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La pelle bianca è sempre stata sinonimo di bellezza, infatti nel corso dei secoli poeti e scrittori hanno descritto e ritratto la donna nel suo affascinante pallore.
Oggi l' abbronzatura viene considerata un simbolo di salute e bellezza,quando non addirittura di benessere socio-economico, ben lontano dal ricordo che la legava agli umili lavori dei campi.

donna sole mareLa quantità di melanina che si produce varia da persona a persona a seconda del tipo di pelle ed è determinata su base ereditaria. A seconda della reazione all'esposizione solare, si sono individuati 6 tipi di pelle o fototipi. Si va dai soggetti con carnagione bianco-latte, capelli rossi e lentiggini, che non si abbronzano mai per i quali il rischio di scottature è massimo (fototipo 1) a quelli dalla pelle già intensamente pigmentata (fototipo 6), a cui appartengono i soggetti di razza nera. I fototipi intermedi, quelli da noi più comuni, sono il fototipo 2, caratterizzato da pelle pallida con elevata tendenza alle scottature, il fototipo 3 con pelle normale e tendenza frequente alle scottature e i fototipi 4 e 5 che presentano una carnagione scura e rischio di scottature solari raro o eccezionale.Tanto più basso è il fototipo tanto maggiori dovranno essere le precauzioni da adottare.

La "tintarella" non deve rappresentare un obiettivo da raggiungere ad ogni costo. Non tutti gli individui, pur utilizzando uno schermo efficace nei confronti dei raggi ultravioletti, sono in grado di abbronzarsi. Le persone con carnagione molto chiara corrono sempre il rischio di scottarsi e debbono proteggersi per evitare ustioni. L'abbronzatura stessa non garantisce una protezione assoluta nei riguardi degli effetti cronici negativi dell'esposizione solare: invecchiamento cutaneo e tumori.
Perciò, per non rinunciare ai piaceri della vacanza senza cadere in divieti da clausura, è bene usare il buon senso. Fatte salve le cautele di non esporsi alle radiazioni solari per le persone più a rischio, per gli altri vale la regola di graduare i tempi di esposizione al sole in base al proprio fototipo, tenendo però ben presente che altri fattori come le stagioni, il clima e l'ambiente condizionano in modo rilevante l'intensità e quindi la pericolosità delle radiazioni solari. I raggi del sole sono più pericolosi nelle ore centrali della giornata, in estate, nelle aree geografiche a climi più caldi e in alta montagna.
La neve riflette l'80% delle radiazioni e ne aumenta l'irradiazione, così come la sabbia, e l'acqua.
L'applicazione di protettivi solari consente di stare al sole più a lungo e rappresenta il provvedimento più importante per la prevenzione dei danni dovuti ad una eccessiva esposizione

DECALOGO PER ESPORSI AL SOLE IN MODO INTELLIGENTE

  1. L'esposizione deve essere graduale, i primi giorni è consigliabile addirittura non esporsi ai raggi diretti del sole ma proteggersi con un cappello o stare sotto un ombrellone.
  2. Le ore migliori per esporsi al sole sono quelle del mattino ( 8-11) e del tardo pomeriggio ( dopo le 17).
  3. Evitare le ore più calde della giornata ( dalle 12 alle 15). E' inoltre preferibile esporsi al sole stando in movimento in modo che le radiazioni solari si distribuiscano in modo omogeneo su tutto il corpo.
  4. Quando si sta al sole non vanno utilizzati profumi, deodoranti o prodotti per il trucco che potrebbero scatenare reazioni allergiche dovute alla fotosensibilizzazione. Quest' ultimo fenomeno deve essere tenuto presente da chi assume farmaci come gli antinfiammatori , ipoglicemizzanti, antibiotici, contraccettivi orali, alcuni farmaci per l' ipertensione ed il cuore.
    Non potendo sospendere tali farmaci l' esposizione va fatta utilizzando protettivi solari adeguati, preferibilmente quelli capaci di offrire la protezione massima verso gli UVA e l'ideale sarebbero i prodotti schermanti.
  5. Diffidare sempre dei rimedi casalinghi che promettono abbronzature rapide e intense secondo la fantasia popolare: si va dalla birra ai succhi di carota, agli infusi di foglie di fico alle creme al bergamotto. Nessuno di questi prodotti agisce da filtro solare, anzi il bergamotto ha una spiccata azione fototossica.

PROTETTIVI SOLARI

  • I protettivi solari impropiamente chiamati” abbronzanti “ proteggono la pelle assorbendo o riflettendo le radiazioni ultraviolette.
  • I protettivi solari assorbenti, quelli più numerosi in commercio contengono “ filtri” che impediscono la penetrazione nella pelle delle radiazioni solari assorbendole e trasformandole per renderle innocue. Oggi i prodotti associano più filtri per ampliare la gamma delle radiazioni assorbite ed estendono la protezione sia agli UVB che agli UVA.
  • I protettivi che riflettono le radiazioni sono i cosiddetti “ schermi solari” , nella cui composizione sono presenti sostanze minerali inerti che non lasciano passare i raggi ultravioletti ma li rifllettono.Oggi la maggior parte dei solari contiene associazioni di filtri assorbenti e riflettenti al fine di ottimizzare l' effetto protettivo.
  • L'elemento fondamentale che deve orientare nella scelta di un solare è il suo fattore di protezione espresso da un numero che indica quante volte è possibile moltiplicare il tempo di permanenza al sole prima che la pelle si scotti( tempo di eritema) senza protezione. Il tempo di eritema oltre che per il fototipo, varia anche in base al luogo in cui ci si espone( montagna, mare, tropici etc.) e all' ora di esposizione. Inoltre sarebbe opportuno scegliere solari resistenti all' acqua in quanto più persistenti sulla pelle anche se si suda molto o si fanno bagni frequenti.
  • I protettivi solari sono in commercio sotto forma di latti, creme, gel, oli.
    I latti contengono una elevata percentuale di acqua, sono facilmente spalmabili ma poco resistenti e vanno rinnovati più spesso di altri prodotti ; le creme sono più adatte per il viso e piccole zone, i gel sono adatti per pelli grasse gli oli solari hanno indici di protezione piuttosto bassi quindi per fototipi 4 e oltre.
    Quindi concludendo esporsi al sole fa bene alla nostra salute solo se ci si espone gradualmente e con la protezione adeguata.

A cura della Dr.ssa Rita Campogiani

 

 

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